Azionariato: di cosa si tratta?

Nei momenti di crisi come quello, senza precedenti, che sta vivendo il calcio rossazzurro, si parla spesso di azionariato popolare.
Non è un argomento facile da affrontare, sia per la complessità della materia, sia perché il modo in cui in concetto è stato declinato finora ai piedi dell’Etna è fuorviante.

La prima cosa da chiarire è cosa l’azionariato non è.

Il termine ”azionariato popolare” è spesso usato senza cognizione per indicare iniziative estemporanee come la tristemente famosa colletta organizzata dalla SIGI per finanziare l’iscrizione del Catania alla stagione di Serie C 2021-’22, o meno imbarazzanti iniziative di ”crowdfunding”, che non sono nient’altro che un contributo di solidarietà, quindi a fondo perduto, donato  una tantum dai tifosi per rimpinguare le casse del proprio club del cuore.
Insomma, si tratta di un gesto di beneficienza che non frutta né risultati strutturali per il club che ne usufruisce, né diritti di partecipazione alla vita della società ai tifosi.

L’azionariato popolare è qualcosa di profondamente diverso.

Sebbene possa nascere per i più svariati motivi, come arginare il comportamento delinquenziale del proprietario della società, ripartire dopo un fallimento, rilevare una parte della società o semplicemente costruire un legame diretto fra il club e i tifosi, il fine ultimo è sempre quello di permettere una partecipazione attiva dei tifosi nella vita della squadra.

I principi che ispirano questo tipo di iniziative sono la democraticità e l’attenzione per il ruolo sociale di cu chi promuove lo sport deve farsi carico.
Il presupposto è che la società calcistica che rappresenta il un territorio non può diventare una proprietà privata.

Al di là delle idee di principio, l’azionariato popolare non è però troppo diverso dall’azionariato vero e proprio di una società di capitali, dove un socio è chi ha acquistato personalmente delle azioni e con esse il diritto a partecipare all’assemblea dei soci e il dovere di contribuire in proporzione al sostegno economico alla società.

L’azionariato popolare si può concretizzare sia con l’acquisto diretto di azioni da parte di tifosi intesi come entità singole, sia tramite associazioni che li rappresentino. Oppure può essere gestito dalla società che, in cambio di una quota annuale, garantisce al tifoso la possibilità di partecipare ad iniziative gestite dal club.

Un modello non esclude l’altro ma va inquadrato nell’ambito delle normative di ciascun paese, ecco perché si parla di modello tedesco, modello spagnolo e modello inglese, argomenti dei prossimi post di questa serie.

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