Genesi di un derby

Catania e Palermo incrociano gli scarpini per la prima volta in una gara ufficiale il giorno di Natale del 1935, prima solo il prologo di tre amichevoli: nel 1932 Catania batte Palermo 2-1; il 9 settembre del 1934 il Palermo è corsaro a Catania, 3-2; una settimana più tardi i rossazzurri rendono la pariglia ai cugini imponendosi 1-0 al “Littorio”.

Stavolta in palio c’è qualcosa di più di un’affermazione di prestigio, cioè la qualificazione agli ottavi della Coppa Italia, finalmente riesumata dopo la prima edizione datata 1922 e vinta dal Vado Ligure di Levratto. Il torneo, la cui formula scimmiotta quella del più prestigioso omologo inglese, prevede partite ad eliminazione diretta da disputarsi sul campo di una delle due contendenti scelto per sorteggio, che in questo caso ha penalizzato il Palermo.

Frazoni primo gol derby
“Il Littoriale” (così si chiama “Il Corriere dello Sport” durante il ventennio fascista) racconta la rete che ha deciso il primo derby di Sicilia ufficiale.

La compagine rosanero, fresca di cambio di denominazione imposto dal regime, da Palermo Football Club ad Associazione Calcio Palermo, ha già alle spalle tante battaglie nei campionati federali, un tracollo economico subito e metabolizzato, e un palmares di tutto rispetto, essendo giunta alla quarta stagione di Serie A consecutiva e avendo incassato nell’ultima uno scintillante settimo posto. Il presente parla però di un campionato di sofferenza che ha spinto il presidente Giovanni De Luca a sostituire all’inizio di dicembre l’allenatore ungherese Gyula Lelovich con Angelo Benincasa, facendo sfumare in extremis il derby magiaro delle panchine. Il Catania, che dal canto suo sta vivendo con relativa spensieratezza la sua prima stagione di Serie B, è infatti allenato dal futuro eroe Geza Kertesz, portato alle pendici dell’Etna dal Duca Vespasiano Trigona di Misterbianco. Per il Palermo è l’esordio nella competizione, mentre il Catania è entrato al quarto turno preliminare superandolo grazie al 4-0 inflitto al Civitavecchia.
Il palcoscenico della sfida è quello, suggestivo e dimenticato, del Campo dei Cent’anni, che con i suoi spalti in legno occupa gran parte di piazza dell’Esposizione del capoluogo etneo. C’è già la caserma dei Carabinieri, che fa da sfondo ad una delle due porte, mentre il rettangolo di gioco inghiotte l’immagine della fontana dei Malavoglia che i catanesi nati negli anni ’70 istintivamente associano al luogo.

Non è facile immaginare l’atmosfera di quel giorno, né è dato di sapere quanto fosse alta l’attesa per l’evento. Ci vengono in aiuto le cronache dell’epoca, per quanto intrise di retorica: “Il Popolo di Sicilia” racconta di una sfida “rapida, brillante, gagliarda, accanita, tirata con i denti da ambedue le compagini in lizza dal trillo di inizio al fischio di chiusura”.
Forse più motivati, i padroni di casa prendono presto in mano le redini dell’incontro e costringono gli ospiti nella propria metà campo. I terzini rosanero devono ricorrere spesso alle maniere forti per arginare la pressione avversaria, ne fa le spese Finotto che, colpito duro, deve defilarsi all’ala già al quarto d’ora. Il Catania sfonda comunque al 25′ con Franzoni, che fulmina Provera su punizione e decide l’incontro. I rosanero infatti non riescono a rimettere in piedi la partita e il portiere etneo Sernagiotto, nelle rare occasioni in cui è chiamato in causa, si disimpegna alla grande. I migliori degli ospiti risultano alla fine proprio i difensori, fra i quali spicca l’uruguagio Nicolas Riccardi, mentre fra gli avanti si salvano solo Icardi e Piccaluga. Ben più lunga la lista dei giocatori di casa da encomiare: magistrale la gara di Badendo e Sinibaldi e anche l’attacco, pur con Nicolosi e Micossi in ombra, si regala una giornata di gloria con Stella e Manazza sugli scudi.

Titoli primo derby
I titoli con cui “Il Popolo di Sicilia” (in alto) e “Il Littoriale” raccontano il derby di Coppa Italia del 25.12.1935.

Il meritato successo proietta il Catania ad un proibitivo ottavo di finale contro il Torino destinato a mettere in bacheca il trofeo, che avrà la meglio con un sonante 8-2 firmato da Buscaglia autore di ben sei reti. Nelle fila granata c’è anche Fioravante Baldi, che da allenatore guiderà sia il Catania (Serie B 1951-’52) che il Palermo (Serie B 1960-’61 e Serie A 1962-’63).

Tornando al derby di Sicilia, gli esiti dei campionati fissano i tempi per la rivincita: a fine stagione il Palermo piange la caduta in B causata dal quindicesimo posto finale, mentre il Catania conferma il proprio posto in cadetteria con un ottavo posto ex-equo con l’Aquila. La stagione 1935-’36 mette così in agenda i primi due derby di campionato.

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